giovedì 20 settembre 2012

MOLTO RUMORE PER NULLA



The Faceless – Akeldama          

 
Cito qui Shakespeare, o meglio tutti quanti i ghost writer dietro quel nome (pensate davvero che Shakespeare sia esistito? Occhio che gli inglesi sono dei bei furboni...) per introdurre uno dei gruppi più noiosi che io abbia mai ascoltato. 

I The Faceless.

E si, un sacco di rumore, un sacco di roba, un sacco di stacchi, un sacco di tastiere e melodie neoclassiche mischiate ad un death-metal che scimmiotta i Cryptopsy, quei cagacazzo dei Necrophagist e un po’ i classici e onnipresenti Meshuggah

Non mi sono neanche preoccupato di ascoltare il loro ultimo lavoro, non me ne frega niente. Mi è bastato questo Akeldama un po’ di tempo fa per rimanere completamente annichilito dal loro orrido mischione di stili. 

La cosa che mi fa ridere è che di queste loro aspirazioni prendono il peggio, il chaos improbabile dei Cryptopsy degli ultimi discutibili dischi, la tecnica glaciale e senz’anima dei Necrophagist e la rottura di cazzo pluriritmopallosa dei Meshuggah. Per non parlare dell’inserto quasi melodeath della traccia “Leica”, una roba da far venire sonno persino ad un coniglio strafatto di caffè ed in fase riproduttiva. Il disco apre quasi bene con “An Autopsy” prendendo ovviamente un riff pezzotato dalla band della bella e divina Flo Mounier (vai all’anagrafe bello mio…) e tentando quasi di tenere una forma canzone, poi tutto si perde dietro sweeppate, assolazzi, breakdown scontati e… 

Tastiere.

Dio le tastiere. Sono l’indice di merda assoluta per i gruppi death… Prendete i Fleshgod Apocalypse, una noia doppiopedalosa incredibile che si copre di tastiere per fare i neoclassici. Che bvavi che belli… I The Faceless non fanno che riempire le loro composizioni con tappeti di suono di tastiera, senza che lo strumento possa avere una sua interpretazione, un’aggiunta agli altri rumori inutili che va facilmente a finire nell’oblio. Come tutto il disco d’altronde. Ci sarà la tecnica e quello che vuoi, ma tutte quelle dita veloci e rullate e assoli di basso e false-jazzate e proggate e brutallate e…
Non servono a un cazzo. Non sai comporre, ritirati, lascia stare. Mi fa ridere il fatto che questi bambocci siano elogiati dalla critica mondiale, ma ormai la gente ascolta solo i dischi senza “sentirli” davvero. Bastano un paio di sweep picking e inserti fusion per far gridare al miracolo… 

Crescete bimbetti.

A me i The Faceless mi fanno sorridere in modo sornione mentre mi immagino il mio divano con me sopra a dormire mentre accarezzo un gatto, non mi evocano altro che gran sonnellini della domenica pomeriggio e devo dire una cosa: sto per dare 2 a questo disco, ma gli darò 3 perché sulla title track che è una strumentale improponibile c’è una parte dove una vocina robotica messa lì tanto per mi ha ricordato Alvin Superstar ed è stato un po’ un ricordare la mia bambinezza (che è quel periodo in cui si è bambini… Ah no, non si chiama così?). 

Ridicoli.

Voto: 

3 più un chipmunk

2 commenti:

  1. Almeno i The Faceless sanno suonare dal vivo, i Fleshgod Apocalypse no!
    Com'è possibile che lammerda piaccia così tanto ai merdallari?

    RispondiElimina
  2. Secondo me un sacco di gruppi del cazzo vengono esaltati per niente. Ma questo è colpa principalmente della critica che dovrebbe cercare di fare più selezione tra il buono e il marcio ;)

    RispondiElimina