mercoledì 1 ottobre 2014

C'ERI ANGHE TU A KATHMANDU? NO? E NON T'INGAZZERE CHIU'!

DYING OUT FLAME  - SHIVA RUDRASTAKAM


Aveva ragione Lino Banfi, se non sei a Kathmandu non hai ragione di essere davvero ingazzeto, ma se invece sei proprio di Kathmandu?

Be allora è meglio se metti su un gruppo Indu-Shiva-Death Metal. Davvero, si fa Death Metal anche a Kathmandu!

Insomma, mi state prendendo per i fondelli vero? Voglio dire, avete presente quando ci si imbatte in quel disco ultra particolare che fa rabbrividire anche i metallari incalliti dalle giubbe di pelle e le toppe coi nomi delle band? Bene eccovelo qui! Solo il paese d'origine di questa formazione e il nome di questo disco dovrebbero bastare a far rabbrividire qualsiasi persona dotata di buon senso e fuggire urlando con le mani tra i capelli anche solo alla proposta di affrontare un ascolto simile.

Voglio dire: il disco inizia con una specie di canto da film Bollywoodiano per poi scalciare come un mulo con blast anti-gravità, cori cerimoniali e chitarrazze diaboliche alla Hate Eternal! Non guarderò mai più il pakistano o l'indiano sotto casa mia con gli stessi occhi, dopo aver scoperto i terribili riti di sacrificio alla dea Shiva! Anche se forse Indiana Jones avrebbe dovuto già darmi qualche buon indizio...

Faccio i miei complimenti a questa formazione sia per il coraggio, sia per la capacità di mischiare insieme questo delirio di suoni senza farlo risultare il solito pastone terrificante. Insomma, avete presente i Lykathea Aflame (nome copiato e incollato, figuratevi se mi ricoravo come si scriveva)? Siamo più o meno su quel livello di follia compositiva, intermezzi acustici che vengono spezzati in due da accelerazioni furiose, coretti rituali sinistri e trivelloni chitarristici devastanti.

Non posso crederci che questo disco mi stia piacendo, non voglio neanche sapere di cosa parlino i testi perché ho paura che potrebbe venirmi voglia di strappare cuori a mani nudi e addentarli.

Per farla ancora più breve:



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