giovedì 20 giugno 2013

IL DISCO DELL'ESTATE

Summoning - Old Mornings Dawn


Il caldo è giunto, prepotente come un ciccione sudato che vi si butta addosso nudo facendo di tutto per farvi assaporare la sua pelle bagnata , il crogiolo di tutti i giornalisti che amano "l'estate più calda mai registrata prima" e di tutte le telecamere puntate sui vegliardi alle fontanelle manco fossero delle bestie.


Eccola qui, l'estate tanto odiata dai metallari che ostentano il colore nero anche con 40 gradi, soffrendo come un cavallo castrato in un recinto di porno attrici, quelli che guardano Apollo con odio e che pregano di nascosto il ritorno del Padre Inverno anche quando sono con gli amici al mare.

Bene, invece di buttarvi sul classico hard rock estivo per sentirvi più "yeah" vi consiglio vivamente di ascoltare Old Mornings Dawn dei Summoning.
Fidatevi, oltre a essere un lavoro fantastico, le sue atmosfere glaciali vi faranno venire in mente montagne innevate e paesaggi nordici, togliendovi per un po' dalle grinfie oppressive dell'afa. Potrete quindi uscire dal balcone di casa vostra a petto nudo, con i vostri capelli lunghi e alzare i pugni al cielo in segno di sfida.
Come vuole la tradizione di questo duo austriaco, questo disco è largamente ispirato alle opere di Tolkien che messe in musica dai Summoning diventano forse ancora più evocative dell'opera letteraria e del film.

Il disco contiene orchestrazioni fatte con strumenti campionati di grande effetto che si intrecciano con percussioni etniche e chitarre che conducono la voce narrante, uno scream profondo alternato con un parlato epico e delle parti quasi sospirate. Il lento incedere del disco crea veri e propri colossi innevati, ci porta sulle cime più alte di terre lontane, isolati dal resto del mondo, appartati nella nostra anima nel tentativo di raggiungere stati mentali superiori, basta ascoltare la traccia "Caradhras" per rendersi conto della qualità dell'opera. La produzione è un misto tra suoni da colonna sonora epica degli anni '70 e alcune parti più moderne, sebbene l'obiettivo del disco sia quello di far viaggiare l'ascoltatore, presenti infatti vari effetti come versi di aquile, scricchiolii e altri suoni ambientali che contribuiscono all'atmosfera del lavoro. Tracce come "The White Tower" e la title track vi condurranno nella Terra di Mezzo, o in qualsiasi posto lontano ed evocativo che abbiate in mente. Il duo non disdegna alcune trovate etniche orientaleggianti come in "Of Pale White Morn", perfettamente intrecciate con le parti epiche e l'ululare dei lupi, un'altra traccia da incorniciare insieme alla conclusiva "Earthshine" che ditemi se non è la colonna sonora perfetta per un sole che spunta da dietro un'immensa catena montuosa. I Summoning sono riusciti a creare dei bellissimi suoni orchestrali senza dover ricorrere alla stupida pacchianeria alla quale molti grupponi mainstream ricorrono per pompare i loro orridi dischi di ulteriore inutilità. Niente orchestre o filarmoniche, qui viene tutto dal cuore e dallo spirito di questi incredibili musicisti, gli strumenti non servono a pompare le chitarre false o a creare stacchi sensazionalisti, qui il tutto è amalgamato alla perfezione. Old Mornings Dawn racconta qualcosa, ci fa sedere attorno al calore di un focolare, ci porta in mondi diversi e alla fine del racconto non possiamo far altro che restare a bocca aperta e chiederne ancora. 

Questo è un autentico capolavoro nel suo genere, una delle opere più evocative che potrete trovare in giro e che davvero non dovreste lasciarvi scappare, penso che anche chi teme il metal estremo e la voce falsata in scream o growl dovrebbe dare un ascolto a questo lavoro perché qui si va oltre il metal. Qui si parla di grande musica, di romanticismo nostalgico che straripa dai cuori di questi musicisti, una forma di espressione musicale davvero alta che francamente si fa fatica a trovare in tanti altri generi musicali "perbenisti". 

P.S.

Il disco lo potete apprezzare anche se non vi piace Tolkien come al sottoscritto. Avete capito bene.

Voto:

10 più un altro racconto


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