sabato 21 settembre 2013

GORGUNAUTI

Gorguts - Colored Sands 

Porca vacca ragazzi, finalmente ce l'ho fatta a tornare su questo schifo di blog a scrivere le mie irritanti e sconclusionate recensioni. Adesso mi applaudirò per non aver lasciato il blog a marcire come la roba che avete lasciato a marcire nel frigo spento quando siete andati in ferie.
Sapete la novità? Farò delle recensioni sempre più corte, tanto ormai c'è davvero poco da dire sulla musica che sta uscendo ultimamente nel campo del rumore e del fastidio sonoro.
Insomma, se un disco fa cagare, fa cagare e basta. E' come pretendere che una purga possa evitarci la scomoda e imbarazzante fuga al bagno, se uno se la prende deve per forza passara da quel momento prima di liberare il suo corpo dagli indesiderati oggetti che si sono formati nel suo intestino.
E nel caso dei bei dischi come questo Colored Sands dei Gorguts? Lo so che adesso tutti i ventenni con un minimo di gusto musicale impazziscono per il post e hanno sbavato come oranghi di fronte a una pornostar travestita da banana gigante, ma sapete cosa? I Gorguts hanno sempre fatto sbavare anche il sottoscritto, quindi per una volta tanto mi trovo d'accordo con i timidi metallarini in erba.
Tra l'altro questo disco non me lo aspettavo per niente, pensavo che Luc Lemay si fosse rinchiuso in una baita in Canada in meditazione come i vecchi santoni e visto che i Negativa mi avevano convinto meno di un venditore di fon pelato, ero ormai convinto che i Gorguts fossero definitivamente andati.
Chi legge questo blog, sa quanto sono contrario ai "grandi ritorni", ma in questo caso devo davvero ficcarmi la tastiera nel di dietro e stare zitto, perchè questo Colored Sands è una goduria. Francamente pensavo di trovarmi davanti a una copia degli Ulcerate, visto che ormai sono loro il nome di punta quando si parla di avanguardia nel campo estremo, ma qui l'antico maestro Lemay è riuscito a tenere unito il suono della band e a portarlo su campi sicuramente diversi da quelli calpestati in passato. Il disco si contraddistingue dagli altri lavori dei Gorguts per una certa apertura dei suoni che rimangono pur sempre bizzarri e ricercati, ma che abbandonano le tinte di nero di Obscura e colpiscono più per la propria potenza, avvicinandosi più a From Wisdom to Hate e riprendendo da lì il proprio cammino. Questo disco riesce a essere ricercato, ma allo stesso tempo di una potenza mostruosa. E' come essere picchiati a sangue da un intellettualoide secchione che stanco di essere sempre preso in giro dai compagni e rifiutato dalle ragazze decide di darci dentro con la palestra per superare la sua condizione di incompreso. Evidente il cambiamento della struttura dei pezzi che in Colored Sands assumono una forma più intricata che si sposa più con il progressive che con la forma canzone, i pezzi si sviluppano lentamente, hanno una vita propria che alla fine esplode in un orgasmo di suoni, il tutto accompagnato dalla voce di Lemay tra l'altro è al top, il suo personale scream lamentoso e viscerale è sempre un piacere da ascoltare, specialmente nei momenti più catartici del disco, dove il santone si esprime al meglio. Altra marcia in più al lavoro la da sicuramente l'ottima prestazione di quel mostro di John Longstreth che qui si è potuto cimentare in robe molto complesse e intricate, sfoggiando tutto il suo stile e la sua tecnica.
Degna di nota anche la produzione delle chitarre, molto cristallina e comprensibile, sono davvero molto contento che il gruppo abbia preferito suoni aperti e chiari senza scadere in un delirio di distorsioni.
Unica pecca di questo CD è la traccia strumentale orchestrata da Lemay, uno spiacevole intruso che spezza senza motivo il flow del lavoro, se proprio volevano metterla avrebbero dovuto piazzarla alla fine, anche perchè non c'entra assolutamente niente col resto del disco.

Detto questo devo dire che sono estremamente soddisfatto di questo CD, un lavoro che ha molto da dare e che segna il ritorno di uno dei migliori gruppi death-metal di sempre.
   
9 più gli occhiali di Luc Lemay
 

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