lunedì 27 maggio 2013

I LOVE NEW YORK

Immolation - Kingdom of Consipracy

Frank Sinatra mi è sempre stato sul cazzo e New York non mi piace, ammasso di ferraglia e di frenesia animistica, culto del deforme toro dorato, autore di false promesse che travolge la vita e la morte unendole sotto l'unica effige della S trafitta da quelle lance che impalano il mondo in una cerimonia oscura e abietta.

L'unica cosa che adoro di New York sono i musicisti che la abitano. Tralasciando il mio amore per il rap che non nascondo anche al metallaro più chiuso e impaurito da qualsiasi cosa che non sia una giacca di pelle con le pezze dei Judas Priest, la Grande Mela è sempre stata un'ottima fucina per la musica estrema e senza stare a elencare altre band talentuose venute fuori dai quartieri della città, basta fare due nomi per mettere tutti col culo per terra:

Suffocation e Immolation.

Va bene...I nomi che finivano in ON andavano di moda al tempo, così come adesso vanno di moda i nomi lunghi almeno tre o quattro parole con articoli e altre storie. La differenza sostanziale è che i primi sapevano creare della gran musica, mentre questi ultimi riescono solo a creare fastidio e una manica di fanboy e groupie tatuate che probabilmente una volta raggiunta la pubertà (cosa che potrebbe avvenire anche sui trent'anni visti alcuni elementi...) li abbandoneranno al loro triste destino di alcolizzati e drogati... Per poi dedicarsi al loro.

Prima o poi la vera musica tornerà a prevalere, fidatevi e ascoltate l'ultimo degli Immolation per capire che chi ha quella furia capace di frustare l'ascoltatore con riff monolitici e un suono da incudine infernale sarà sempre avanti.

Kingdom of Conspiracy ha tutto quello che ci si aspetta dagli Immolation: chitarre assolutamente sopra la media, con mastodontici riff malati costruiti su tempi più storti dell'armadio Ikea che avete appena tentato di montare, melodie sinistre, accellerazioni improvvise, assoli assolutamente diabolici e ovviamente la voce di Ross Dolan che come al solito si trasforma in demonico ruggito narrativo, sputando del grasso veleno nero sul sistema padrone, che sia esso quello della chiesa o quello del governo mondiale.
La title track e opener del disco non lascia alcun dubbio, si ci trova davanti a un suono che fa di tutto per uscire fuori dalle casse con l'unica intenzione di strapparvi il cuore e urlarci sopra con incredibile cattiveria. Tra tracce furiose come "God Complex" e "Indoctrinate" e altre marce infernali come "Keep the Silence" o "The Great Sleep"state sicuri che Kingdom of Conspiracy saprà tenere alto il vostro livello di odio totale e soddisfare la vostra sede di vendetta. Un disco che istiga alla ribellione, come tutti quelli degli Immolation e ditemi ciò che volete, ma questi tizi sono sempre stati dei gran furboni, mascherano con temi satanici e anti-cristiani tematiche assolutamente politiche, rendendosi quasi la versione death-metal dei sempre rispettatissimi Rage Against The Machine.
La produzione è riuscita a ottenere un suono moderno senza snaturare la potenza selvaggia che il gruppo ha sempre messo nelle proprie opere, forse modellando un tantino di troppo la batteria che probabilmente è quella più "disciplinata" con cui gli Immolation hanno lavorato. Diminuito il numero di rullate fuoriose e numeri da circo, la batteria è sempre su alti livelli di esecuzione e scrittura, ma semplicemente si tiene più sui fondamentali e questo può piacere o non piacere. Sinceramente un po' mi manca Alex Hernandez, ma sono gusti personali.

Ovviamente non si può certo dire che questo disco sia il nuovo Close to a World Below, ma si sa che i capolavori vengono fuori solo una volta e tentare di riprodurli è da stupidi. L'unica pecca del disco sono alcune soluzioni ripetute un po' troppo spesso, ma alla fine il tutto fila liscio come un fiume di lava pronto a ingoiare tutto ciò che trova davanti. 

Un ottimo ritorno per tutti i fan degli Immolation e che anche i neofiti dovrebbero ascoltare per iniziare a scoprire forse uno dei migliori gruppi death metal della storia.

Voto:

8 più tante frustate al melomerdacore (ci vogliono sempre ogni tanto)


Nessun commento:

Posta un commento