Wormed – Exodromos
Il loro Planispherium fu una boccata di aria fresca
in mezzo a tutte quelle robe slam praticamente identiche tra di loro. La
formazione spagnola, unendo le tipiche mazzate slam con alcune trovate pazzoidi
alla Cryptopsy di Whisper Supremacy e ...And Then you’ll Beg era riuscita a
creare un prodotto accattivante, originale e assolutamente devastante.
Cosa ci si può aspettare quindi da questo Exodromos?
Francamente... Di più. Molto di più.
Preciso: non si tratta di un brutto disco, ma dall’inventiva
di questi musicisti si poteva sviluppare qualcosa di più originale. Exodromos
non fa che riprendere il discorso lasciato con Planispherium e invece di
innovarlo, lo complica e lo snatura nella sua forma, esagerando di gran lunga
con la velocità e lasciando da parte le trovate più particolari che la band era
riuscita a infilare nel precedente lavoro. Per fare un esempio: tracce come “Multivectorial
Reionization” e “Darkflow Quadrivium” sono di una noia allucinante, la prima è
una serie di riff poco originali e incastrati l’uno con l’altro alla cazzo di
mandrillo, una confusione incredibile che davvero non porta a nulla se non il
dito sul tasto stop; la seconda invece dovrebbe essere una sottospecie di
traccia atmosferica, ma finisce con uno dei riff più noiosi che io abbia mai
sentito. La cosa brutta è che molte idee si ripetono per tutto il disco, senza
contare che ci sono un paio di pattern di batteria e riff copiati e incollati
da Planispherium.
Cos’è? Si sono cagati addosso? Paura di non piacere? Teniamo
le stesse robe così i fan sono contenti?
Non ci arrivo, se sei nell’underground più gretto dovresti
sbattertene le palle più di un tennista con il morbo di parkinson e provare sempre
ad evolverti. In realtà se hai davvero la stoffa e il coraggio dovresti farlo
sempre e comunque, vaffanculo le label che schiavizzano la musica e vaffanculo
anche i fan celebrolesi che non fanno altro che sbavare davanti all’ennesimo
prodotto uguale a tutti gli altri.
Tutto questo o semplicemente ai Wormed non gliene frega un
cazzo. Dopotutto sono sempre un side project degli Human Mincer.
Tra le tracce del prodotto più riuscite ci sono l’ottima “Tautochorne”
che può vantare di una carica non indefferente e si distanzia dal resto delle
tracce per la propria particolarità esecutiva e per il riff centrale da
psichedelia totale, “The Nonlocality Trilemma” che pur riprendendo alcune
soluzioni di Planispherium riesce a convincere fino alla fine con la sua
potenza disumana e poi la strumentale di fine disco “Xenoverse Discharger”, il
migliore episodio del disco.
La produzione è ottima e tutti gli strumenti fanno il loro
dovere, la voce non si discosta dal growl più profondo e lo tiene per tutto il
disco, risultando un po’ monotona a tratti e non sposandosi benissimo con le
chitarre un po’ più squillanti e chiare di Planispherium, cosa che secondo me
guasta un po’ il mood della band. Alla fine non riesco proprio a concepire il
brutal fatto con dei suoni troppo chiari, non è più brutal! Su Planispherium c’erano
delle pure esplosioni di odio e violenza che si mischiavano a intermezzi
melodici e accordi voivodiani in maniera pazzesca, c’era inventiva anche nei
pattern di batteria, mentre su questo Exodromos c’è meno personalità che in una
gara di impersonatori di Fassino. Le tracce sono dispersive tra i miliardi di
riff ed il caos cosmico che si è cercato di creare non coinvolge l’ascoltatore,
non lo intrappola e si lascia andare in una marea di soluzioni spesso forzatamente
strane e di poco spessore.
Sicuramente sopra la media del disco brutal più stupido, ma
sotto quella della musica in generale.
Voto:
5 più un vestito da Fassino
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