sabato 20 aprile 2013

IL ROSSO SANGUE DEL TRICOLORE



Eyeconoclast – Drones of The Awakening

Viste le ultime notizie riguardanti la politica del nostro paese, non posso che sbuffare spazientito e sconfortato, ma cosa ci vogliamo fare? Italia non sembra fare rima con rinnovamento, ma sapete una cosa? Di sicuro ultimamente sta facendo rima con death metal.

Se la crisi deve portare qualcosa di buono, che sia l’incazzo e il sangue, che sia la musica vuota di quei falsi buonismi che tanto piacciono alla nostra nazione e che si faccia sentire anche da chi snobba i gruppi nostrani e dagli stranieri che pensano che l’italiano sappia suonare solo il mandolino usando come plettro i suoi stessi baffi aguzzi. Come un ariete, gli Eyeconoclast sono l’ennesima mazzata che vuole sfondare quel muro di indifferenza verso la scena del nostro stivalone, il loro Drones of The Awakening è un mezzo corazzato che va alla velocità del suono e come paraurti ha delle lame affilatissime. 

Unendo influenze svedesi con altre più moderne, gli Eyeconoclast hanno tirato fuori un ottimo esempio di come è possibile unire la furia del thrash con alcune trovate tecniche tipiche del death. Questa formazione ha subito ricordato i The Crown, dei quali tra l'altro viene proposta un’ottima cover di “Executioner (Slayer of the Light)”. Il disco è una sfuriata direttissima, già la opener “Proclaiming from Dead Dimensions” mette le cose in chiaro, chitarre tipicamente thrash si uniscono alla rabbia di una batteria che mena certe mazzate davvero incredibili che ricordano quel malato di Janne Saarenpää, riuscendo nel mischiare ritmiche più dirette a melodie più sensate e arrivando anche a soluzioni chitarristiche più particolari come accordi dissonanti e armonizzazioni, mentre la voce si produce in un urlo alla svedese che anche se non cerca molte alternative fa il suo dovere con grande energia. Le premesse sono queste, una sparachiodi puntata direttamente sulle vostre gengive, gli Eyeconoclast riescono addirittura a unire con successo cori thrash\punk con il death behemothiano (e voi sapete quanto non mi piacciano i Behemoth...) in “Rise of The Orgamechanism” e “Dawn Of The Promethean Artilect” senza togliere comunque niente alle soluzioni melodiche proposte che non guastano assolutamente. Ci sono anche momenti più tecnici come “Anoxic Waters”, una martello che si pianta tra il cranio della svezia e il naso della Bay Area più complessa dei Forbidden, ovviamente tutto quanto fatto a velocità incredibili. Parlando di velocità, direi che “Xxx – Manifest of Involution” è esempio magno di trivellaggio cerebrale e di estremo gusto nel provocare cervicali negli ascoltatori, non oso pensare a cosa può fare questa traccia durante un live, probabilmente neanche tirando una banana in una gabbia di gorilla denutriti si potrebbe ottenere un pogo così devastante. Altri pezzi davvero degna di sono “Mother Genocidal Machine” e “Invoking Carnage (Racing Blind)” un altro ottimo esempio di matrimonio tra la scuola melodica, il thrash e il death più moderno, condita con delle folli melodie lead e ritmiche storte. 

L’unica pecca che trovo in questo CD arriva verso la metà con “Hallucinating in Genetic Disarray” e “Obsolesced”, due episodi un filo troppo lunghi un po’ troppo caotici e che messi uno vicino all’altro appesantiscono parecchio un ascolto che altrimenti sarebbe andato liscio fino alla fine. E’ un po’ come se la macchina mortale degli Eyeconoclast arrivata a metà corsa trovi una fila bestiale al casello e magari si trova anche il classico tipo che si è fatto Taranto – Bologna e paga il pedaggio in spiccioli. 

Detto questo, non posso che consigliare l’ascolto degli Eyeconoclast a tutti gli amanti del death\thrash più veloce e spero ovviamente che questi ragazzi continuino a lungo a spaccare crani, magari anche personalizzando ancora di più il loro sound.

Voto:

7 più un gorilla denutrito

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