Eyeconoclast
– Drones of The Awakening
Viste le ultime notizie riguardanti la politica del nostro
paese, non posso che sbuffare spazientito e sconfortato, ma cosa ci
vogliamo fare? Italia non sembra fare rima con rinnovamento, ma sapete una
cosa? Di sicuro ultimamente sta facendo rima con death metal.
Se la crisi deve portare qualcosa di buono, che sia l’incazzo
e il sangue, che sia la musica vuota di quei falsi buonismi che tanto piacciono
alla nostra nazione e che si faccia sentire anche da chi snobba i gruppi
nostrani e dagli stranieri che pensano che l’italiano sappia suonare solo il
mandolino usando come plettro i suoi stessi baffi aguzzi. Come un ariete, gli
Eyeconoclast sono l’ennesima mazzata che vuole sfondare quel muro di
indifferenza verso la scena del nostro stivalone, il loro Drones of The
Awakening è un mezzo corazzato che va alla velocità del suono e come paraurti
ha delle lame affilatissime.
Unendo influenze svedesi con altre più moderne, gli
Eyeconoclast hanno tirato fuori un ottimo esempio di come è possibile unire la
furia del thrash con alcune trovate tecniche tipiche del death. Questa formazione ha subito ricordato i The Crown, dei quali tra l'altro viene proposta un’ottima cover
di “Executioner (Slayer of the Light)”. Il disco è una sfuriata direttissima, già
la opener “Proclaiming from Dead Dimensions” mette le cose in chiaro, chitarre
tipicamente thrash si uniscono alla rabbia di una batteria che mena certe
mazzate davvero incredibili che ricordano quel malato di Janne Saarenpää,
riuscendo nel mischiare ritmiche più dirette a melodie più sensate e arrivando
anche a soluzioni chitarristiche più particolari come accordi dissonanti e
armonizzazioni, mentre la voce si produce in un urlo alla svedese che anche se
non cerca molte alternative fa il suo dovere con grande energia. Le premesse
sono queste, una sparachiodi puntata direttamente sulle vostre gengive, gli
Eyeconoclast riescono addirittura a unire con successo cori thrash\punk con il
death behemothiano (e voi sapete quanto non mi piacciano i Behemoth...) in “Rise
of The Orgamechanism” e “Dawn Of The Promethean Artilect” senza togliere
comunque niente alle soluzioni melodiche proposte che non guastano
assolutamente. Ci sono anche momenti più tecnici come “Anoxic Waters”, una
martello che si pianta tra il cranio della svezia e il naso della Bay Area più
complessa dei Forbidden, ovviamente tutto quanto fatto a velocità incredibili.
Parlando di velocità, direi che “Xxx – Manifest of Involution” è esempio magno
di trivellaggio cerebrale e di estremo gusto nel provocare cervicali negli
ascoltatori, non oso pensare a cosa può fare questa traccia durante un live,
probabilmente neanche tirando una banana in una gabbia di gorilla denutriti si
potrebbe ottenere un pogo così devastante. Altri pezzi davvero degna di sono “Mother
Genocidal Machine” e “Invoking Carnage (Racing Blind)” un altro ottimo esempio
di matrimonio tra la scuola melodica, il thrash e il death più moderno, condita
con delle folli melodie lead e ritmiche storte.
L’unica pecca che trovo in questo CD arriva verso la metà
con “Hallucinating in Genetic Disarray” e “Obsolesced”, due episodi un filo
troppo lunghi un po’ troppo caotici e che messi uno vicino all’altro
appesantiscono parecchio un ascolto che altrimenti sarebbe andato liscio fino
alla fine. E’ un po’ come se la macchina mortale degli Eyeconoclast arrivata a
metà corsa trovi una fila bestiale al casello e magari si trova anche il
classico tipo che si è fatto Taranto – Bologna e paga il pedaggio in spiccioli.
Detto questo, non posso che consigliare l’ascolto degli
Eyeconoclast a tutti gli amanti del death\thrash più veloce e spero ovviamente
che questi ragazzi continuino a lungo a spaccare crani, magari anche
personalizzando ancora di più il loro sound.
Voto:
7 più un gorilla denutrito
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