The Amenta
– Flesh is Heir
L’Australia è la dimostrazione che non sempre il death metal
più incazzato viene da posti disagiati, difatti quella terra distante è la
dimostrazione dell’esatto contrario...
A parte i più sperimentali Alchemist, l’Australia
ci ha regalato gruppi alquanto devastanti come gli Psycroptic, i The Day
Everything Became Nothing e i Devolved.
Per chi fosse del tutto ignaro, i The Amenta sono un gruppo
australiano che un po’ di tempo fa tirarono fuori quel macigno di disco che è
Occasus, dimostrando di avere un sound assolutamente devastante che mischiava
l’industrial e il death in un frullato di dolore che va provato a tutti i
costi.
Le opprimenti e e oscure melodie e i ritmi martellanti che i
The Amenta hanno saputo creare si ripresentano così sul loro nuovo Flesh is
Heir, tentando però di creare atmosfere gigeriane che probabilmente stanno
tentando di inserire sempre di più nella loro musica, ma che non sempre
funzionano.
La prima cosa che si nota è l’oscurità che permane per tutto
il disco, la produzione è riuscita a creare un suono rozzo e cavernoso cosa che
ho apprezzato molto. Solitamente le produzioni (quelle poche che ci sono)
industrial death metal tendono a orientarsi su suoni cristallini, invece questo
Flesh is Heir ha proprio della sporcizia. Ingranaggi rotti, vene cibernetiche
tagliate e olio che esce fuori. Nero.
Il disco si divide tra momenti di pura rabbia e altri più
riflessivi, pezzi come “Sewer” e “Obliterate’s Prayer” sono un esempio di come
gli australiani stiano cercando nuove direzioni nel loro stile, lasciando
spesso da parte la pura violenza per intraprendere strade più studiate e
atmosfere più complesse, anche se non penso che i The Amenta siano convinti al
cento per cento di quello che stiano cercando di fare. Purtroppo queste
composizioni tendono a disperdersi fino a divenire quasi cervellotiche senza
lasciare niente nell’ascoltatore. Tra l’altro alcune parti molto deboli vengono
tirate troppo per le lunghe e finiscono per annoiare invece di colpire... Forse
i The Amenta volevano creare situazioni di sconforto nell’ascoltatore, ma merda...
E’ più sconfortante non riuscire a toccarsi il naso con la lingua piuttosto che
questa roba.
Dico... Ma che cazzo di bisogno c’è di allungare certi riff
e pattern di batteria che non sono ne potenti e ne originali. O si sa come
creare dell’atmosfera e un crescendo oppure è meglio devastare tutto con
riffone bestiali... Infatti si sente che il gruppo funziona meglio sui pezzi
più diretti come “The Argument” e “Teeth” due pezzi davvero notevoli che ci
catapultano in questo mondo oscuro fatto di riff devastanti e blast beat
isterici.
Il miglior episodio del disco è “Disintegrate” dove c’è
davvero un’ottima fusione tra campionamenti industrial, violenza sonora e anche
della melodia. Su questa traccia direi che il gruppo potrebbe fondare il loro
sound per il futuro, essendo quella che più li rappresenta.
Oltre alle composizioni non proprio esaltanti questo disco ha altri punti negativi, per esempio il
nuovo cantante che non è assolutamente capace di interpretare le tracce in
maniera convincente, spesso se ne cade dietro tutto e non convince ne nello
scream ne nel growl e neppure nelle parti melodiche, veramente uno dei più scarsi
che io abbia mai sentito. Altra
stranezza del prodotto sono le due tracce strumentali di puro industrial "A
Womb Tone” e “A Palimpesest” che per carità, prese singolarmente potrebbero
anche risultare simpatiche, ma nel disco non ci stanno a dire nulla. Avrebbero
dovuto inserire cose simili all’interno dei pezzi perchè così non solo fanno
perdere il filo del prodotto, ma risultano essere anche degli inutili
riempitivi. E’ già più comprensibile il pezzo “Cell” dove la parte industrial si intervalla con un riffone monolitico, sebbene anche quello non
sia proprio il massimo.
Devo dire che dai The Amenta mi aspettavo un po’ di più, ma
si vede che qui stiamo parlando di un gruppo che ha esordito col botto, ma che
non sta capendo come poter spingere avanti la propria musica. E’ un po’ un
dilemma che colpisce molte formazioni, ma io dico che se hai colpito per la
violenza della tua musica la gente si aspetterà quello e non delle caramelle
alla fragola.
Peccato dover scrivere questo di una formazione promettente
come i The Amenta, ma questo disco è più dimenticabile del classico forno acceso o delle chiavi di casa.
Voto:
4,5 più un leggete il titolo del post
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