giovedì 21 marzo 2013

RE-BIRTH


Unbirth -Deracinated Celestial Oligarchy

Dopo quel coso insulso di Meir dei Kvelertak mi dovevo rifare un po’ le orecchie, così ho pensato bene di mettere su il nuovo disco dei modenesi Unbirth

Questa band ha il mio rispetto, ha mostrato perseveranza e voglia di continuare dopo un bel po’ di sfighe, cambi di line-up e che sopratutto è riuscita a tirare fuori un full-lenght in un periodo dove la scena emiliana si è praticamente chiusa come una cozza, quando il death-metal sembrava ormai un ricordo lontano che solo adesso sta tornando piano piano a far piacevolmente marcire le menti degli ascoltatori. 

Perseveranza e passione. Questo è quello che conta alla fine, sono contento che lo si dimostri a quei modaioli tatuati dal capello ingellatato che si spacciano per sostenitori del genere. Andate a spacciarvi per morti.

Sul loro nuovo Deracinated Celestial Oligarchy, oltre al nome del disco e delle tracce che sfidano qualsiasi redattore a non fare errori di stampa, gli Unbirth propongono un death-metal tecnico pesantemente influenzato da gruppi come Deeds Of Flesh, Suffocation e i primi Decrepit Birth, suonando con una perizia tecnica incredibile, con riff vertiginosi e cambi di tempo repentini che non mancheranno di fare la gioia di qualsiasi amante del genere estremo più complesso. 

Il miracolo è che tutto suona bene e anche se il marasma cosmico domina, le tracce filano e convincono, riuscendo a catturare l’ascoltatore e a trascinarlo nel buco nero che conduce alla galassia degli sganascioni. Pezzi come “Incestuous Warpath” e “Crowding at the Edge of Cosmos” sono la testimonianza di come si possa ancora scrivere del death tecnico senza troppi fighettismi, tenendosi bene sulle note che contano, quelle note pesanti che fanno e che devono fare il death metal. Sfido chiunque a non esaltarsi sullo stacco di “Entitlement of Scourge”, miglior pezzo del disco a mio avviso. Non riuscirete a fare a meno di godere dei riff in tremolo, degli armonici e di quei bei riffoni pieni in puro stile Suffocation di “Truth Beyond the Sands of Dogma”, senza contare anche dell’assolo vorticoso eseguito alla perfezione. Ho gradito molto anche la produzione che è riuscita a riprendere i suoni di quei tempi, rendendoli umani e precisi allo stesso tempo. 

Già questo dovrebbe bastare a rendere Deracinated Celestial Oligarchy una delle migliori uscite death metal dell’anno, la terra trema con la loro musica. 

L’unico problema del disco è che magari potrebbe suonare un po’ derivativo di quei gruppi al quale è ispirato, ma se gli Unbirth riuscissero a personalizzare ancora di più il loro stile allora potrebbero veramente spaccare il suolo terrestre e far tremare dozzine di band molto più conosciute e blasonate di loro che adesso stanno facendo la calzetta. 

Tutti gli amanti del death dovrebbero ascoltare questo disco, un’altra dimostrazione di quanto in Italia ci siano gruppi in grado di pestare a sangue qualsiasi stronzetto che voglia affermare il contrario.

Voto:

8 più uno sganascione

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