Amassado – Escravidao Subliminal
Ogni tanto fa bene essere bestie.
Ignoranti e sprezzanti di tutto ciò che possa stuzzicare un
minimo il cervello. Specialmente nella musica, specialmente nel metal.
Il metal si prende spesso troppo sul serio, d’altronde è una
musica complicata che da anni richiede a chi ci si cimenta notevoli sforzi
intellettuali per risultare originali, innovativi, intelligenti.
Massimo rispetto.
Però cazzo a volte bisogna sbattersene di tutte ste robe.
Voglio dire, da quanto non si sente un bel gruppazzo che ci spara in faccia
riffoni mostruosi senza alcun ritegno, giusto per il gusto di devastare
qualsiasi concezione di sperimentazione possiamo avere in testa?
Ecco... Gli Amassado se ne fregano di ste robe intricate e
complesse e cervellotiche, la loro reazione di fronte a tali orpelli è la
stessa di un cavernicolo in una biblioteca, non fanno altro che agitare la
clava all’impazzata, colpendo scaffali, tranquilli lettori occhialuti e vecchie
bibliotecarie, senza contare le ragazze che colpirebbero in testa e che
trascinerebbero nella loro caverna a mò di trofeo.
Cosa ci importa se in “A Minha O a Tua” non ci sono assoli, dissonanze
o tempi intricati? Se tutto parte con un blast beat che devasta tutto con un
riff più grezzo di Alvaro Vitali in mutande dopo una fagiolata e un ritornello
da broncio cattivo che spacca tutto.
Non
vi basta? Eccovi lo stacco di elettronica giusto per farvi fare un po’ togliere
le mani dalla motosega, per poi riprendere
la totale distruzione.
Si gode fortissimo, più di quando la Carfagna si aggira
sotto i banchi del parlamento.
L’apertura di “Fome Canibal” con un riff stoppato da inizio
a un attacco grind hardcore dove vi sarà impossibile non muovervi, non
scapellare a destra e a sinistra e chi non ha i capelli... Bè si immaginerà di
averli. Puro massacro grind che va avanti con “Infectada Pelo Dimonio” che
ricorda un bel po’ la cazzutissima vecchia scuola svedese degli Entombed e i
Dismember. Poi si va sulla title track che raggiunge l’apice della bestialità:
un ritmo cadenzato che devasta per quasi tutta la traccia, dove il cantante fa
di tutto per spararvi in faccia linee vocali in portoghese come il miglior
Cavalera dei tempi andati.
Prima dell’ottima cover di “Biotech” dei Sepultura,
gli Amassado ci regalano altri attimi da mannaia in mano a un orango con la
pancia piena di banane alla cocaina con “Sexo” dove il doppio pedale e il
mid-tempo sono la parola d’ordine, roba da bandire questo disco da qualsiasi
nazione in crescita per la decrescita causata ai neuroni, dove la chiusura in
stile bossanova del pezzo (geniale visto il contesto) si colloca perfettamente
nella totale rovina della vostra mente.
Morte al cervello e viva l’ignoranza!
Grazie agli Amassado per averci ricordato che il metal è
anche questo.
Voto:
8 più una banana alla cocaina
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