Henker – Slave Of My Art
Se gli Henker sono schiavi della propria arte intesa come la
copertina del disco e il loro logo, allora mi sa che è meglio se si scelgono un
altro padrone.
Allora... Uno scheletro samurai. Cosa ci può essere di più
stupido, scontato e immaturo?
Non lo so... Degli zombie su delle motociclette? Dei
licantropi trapezisti? Delle vampire che fanno la lotta nel sangue?
Vabbè, si parla di metal e purtroppo sugli artwork la parola
SCONTATO è praticamente un must.
Non ricordo neanche come mi sono imbattuto in questo gruppo,
penso probabilmente perchè il titolo del disco è così spocchioso che non ho
potuto evitare di darci un ascolto e devo dire... Sono sorpreso.
Vista la copertina mi aspettavo la solita roba Tatoo-Fagcore
e invece sti tizi mi sparano in faccia un death metal ultratecnico in stile Origin
con tanto di breakdown djent, riff stoppati e batterie ultrasoniche.
Come si dice: il vestito da samurai non fa lo scheletro.
Per farvi un’idea potreste provare ad ascoltare “New Era” o “Executioner”,
un catalogo di tutto ciò che troverete in questo disco. C’è tutto quello che il
fan dello speed death metal (cosa cazzo
ho appena scritto?) può volere, ultra blast, suoni freddi e precisi, scalette diminuite della morte e la classica voce da lavandino.
Ci sono anche tracce un po’ più ritmate come “Joy
To Kill” che rimanda ai più recenti Cannibal Corpse, un ottimo episodio all’interno
del CD.
Il disco tira avanti così fino alla fine, con le uniche
eccezioni di “No Turning Back” e “Chaotic System” che sono la parte un po’ più
ritmata del disco, dove il gruppo mi ha ricordato i grandissimi Coprofago in
alcuni frangenti, due buone tracce che servono a mettere un po’ il freno alla
velocità maniacale del prodotto.
La qualità della produzione è buona e i musicisti sono su
livelli tecnici molto alti a partire dall’isteria di massa creata dalle
chitarre. Il batterista se continua a smartellare così finisce di sicuro su
Sickdrummer viste le proprie capacità... Quest’uomo pesta così forte che probabilmente
è costretto a comprare piatti nuovi per casa ogni volta che decide di lavarli a
mano. Ottimo ritmo, potenza e versatilità,
un lavoro gustoso. Stessa cosa vale per il basso che segue il tutto con
incredibile perizia, dando una gran profondità al suono della band.
Sti ragazzi hanno tutte le carte in regola, purtroppo questo
CD non nasconde una certa acerbità di fondo, come i campioni tratti da chissà
quale anime o film di samurai giapponese messi qui e lì senza un motivo, tra l’altro
visto il tema nipponico non sarebbe stato male sentire qualche parte
strumentale etnica all’interno delle tracce. Altro problema è la scorrevolezza
del disco, non tutte le tracce prendono e purtroppo manca quel qualcosa di
personale che invogli l’ascoltatore a riprenderlo. Insomma, di dischi così ce
ne sono, gli Henker dovrebbero tentare di fare qualcosa di più se non vogliono
finire presto nel dimenticatoio.
Comunque tutto sommato questa è una buona prova d’inizio per
la band parigina, spero proprio di sentire altro da questi ragazzi.
Voto:
7 più una mummia che fa skateboard
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