Funerus – Reduced to Sludge
Vi ricordate i Morpheus Descends?
Che domande... Certo che si! E’ come chiedere se si
conoscono i Queen o quei cagoni dei The Doors.
I Morpheus Descends sono uno dei gruppi più importanti della
storia della musica, molto più importanti dei Beatles del cazzo. Sapete perchè?
Perchè sono stati i primi stronzoni a fare del death metal con suoni più bassi,
cattivi e incazzati, inserendoci parti lente che poi sono state reinterpretate
nel genere che tutti conosciamo come Slam.
Qui abbiamo i loro eredi spirituali: i Funerus. Che nome eh?
Si respira proprio del vecchio, della old school da giacche nere, capelloni
lunghi, patch con i nomi dei gruppi, spillette attaccate ai cappellini, sudore,
capelli unti e birra a fiumi.
Cosa può fare un gruppo come i Funerus se non del sano death
metal della vecchia scuola?
Bellissimo. Non posso descrivere in altro modo questo
lavoro. Suono di chitarra compatto, deciso e tuonante, roba che bastano tre
corde in tremolo per mettere tutti apposto, batteria spaccacrani, basso che
esce fuori dalle casse per prendervi a schiaffi e voce in growl potente e allo
stesso tempo comprensiva.
Tutto in ordine. Niente sciccherie o trovate leggere fatte
giusto per accattivare i giovincelli, no. Qui è tutto marcio e tremendamente
vecchio. La title track toglie ogni dubbio, qui si parla di death alla Obituary
con un tocco di Bolt Thrower, Asphyx e un po’ di slam dei primi anni 90, con
quel suono che davvero ricorda i Morpheus Descends, come anche i Demigod e
altri gruppi della scena death finlandese dei primi anni.
Tu! Proprio tu che adesso hai pensato ai Children of Bodom
confondendoli con il death finlandese. Tu! Meriti di essere buttato in un
recinto di babbuini maschi che non vedono una femmina da quando sono stati
messi in gabbia e perdipiù con la diarrea.
Senza offesa ovviamente.
Se avete i riferimenti giusti, ascoltare“Leatherface” o "Sound of Oil" non potrà non ricordarvi della vostra giovinezza passata
ad ascoltare le melmose melodie che tanto piacciono a noi vecchi.
Cosa posso dire? Inutile continuare il discorso, questo
disco spacca. E’ uno di quei dischi che adesso fanno storcere il naso anche ai
metallarini tatuati, dalle magliette colorate e dall’emozione facile, troppo
violento e compatto per i loro cuori deboli, abituati a produzioni fasulle e a
falsi dei. Ma d’altronde cosa possiamo fare?
Ci hanno fregati di brutto. Dopo l’11 settembre agli Stati
Uniti servivano nuovi simboli ed eccoli qui che creano anche il metallaro figo.
Il metallaro pacifico, che non beve, non fuma e non dice parolacce il metallaro
che suona per fare il bello.
Ma sti gran cazzi, io sosterrò sempre gruppi come i Funerus,
che riportano la MELMA a galla perchè è
questo quello che conta.
Ah... Alla voce e al basso c’è una donna e rompe il culo
molto più di tanti altri stronzetti maschietti che non hanno neanche le palle
di scrivere un testo in metrica, senza contare che il suo basso devasta ogni
cosa che trova sul suo cammino.
Bel lavoro sorella.
Voto:
10 più melma, melma e ancora MELMA.
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