Nostromo – Argue
Risorgo!
Come il buon Lazzaro dopo l’eccessiva sbronza che lo ha
fatto dare per morto dai suoi familiari, eccomi di nuovo qui per scocciarvi,
seccarvi, annoiarvi e farvi sbuffare con un’altra recensione. Ormai è un po’
che non scrivo, ma sapete, il disastroso mondo del precariato non conosce buon
predentista e barcamenarsi in questo mar di cacca non è sempre facile, certo
che se si usasse Morandi come remo sarebbe il tutto più navigabile.
Vediamo un po’ cosa abbiamo qui… Ah ecco, un gruppo
suggeritomi da un seguace del blog nonché carissimo amico, i Nostromo.
So che cosa state pensando. Ci sono due fette di pubblico
che hanno avuto in mente due cose diverse al leggere il nome di questa band
svizzera:
La prima fetta ha pensato all’astronave madre del film Alien.
La seconda fetta ha ovviamente pensato al famoso tonno in
scatola con tanto di simpatico lupo di mare con pipa in bocca, baffone e
sorrisone.
Poi vabbè, magari c’è chi ha mischiato le cose ed ha pensato
ad una scatoletta di tonno nello spazio, o magari a un tonno vestito da
astronauta, ad un tonno con fattezze aliene, ad un tonno che esce dal torace di
un malcapitato e così via. La mente umana… Ah! Che mistero!
La mia l’ho presa
all’Ikea e ancora non sono riuscito a montarla.
Fatto sta che da oggi in poi quando vedrete la pubblicità
del tonno o Alien vi dovrà venire in mente questo gruppo… Il motivo?
Rompono più teste di un cubo di Rubik chiodato,
elettrificato e cosparso di lava.
I Nostromo riescono a creare uno stile molto personale
dall’unione del thrash dei primi Meshuggah (quelli che rompevano il culo, non i
rimbalzanti pedantoni che sono ora) all’aggressività del metalcore più puro,
senza influenze emo e strofette melodiche insensate. Qui si scassa tutto,
dall’inizio alla fine, non esiste un attimo di pausa, il tutto è un incedere
martellante di chitarra e sezione ritmica,
mentre la voce è un grido di rabbia che tra l’altro sa bene dove
piazzarsi e soprattutto quando.
Il disco parte con “Delight”, traccia che si apre dopo un
campione sonoro preso direttamente da Alien, da una delle parti recitate dal
mitico Ian Holm (che molti ricorderanno nella parte di Bilbo “Scassapalle”
Baggins nel Signore degli Anelli) nella parte di Ash.
Dopo di che sono martellate signori, nient’altro che
martellate. Forse qualche badilata qui e lì, ma comunque oggetti contundenti di metallo che fanno male se dati sui Denti, a meno che non siano di Metallo (pubblicità grassettata... La mia preferita).
Tracce come “Relent” e “Inmate” sono ottimi esempi di assoluta
violenza sonora, cosparse di riff spezzati su una batteria che non si ferma
praticamente mai. La traccia “Xenomorphic” sperimenta anche il blast beat sul
tipico riff meshugghiano, anticipando di gran lunga alcuni prodotti moderni,
oltre al fatto che il pezzo ha un groove incredibile con voci effettate e suoni
di chitarra d’atmosfera.
Un petalo di fiore (che romantico che sono!) va anche alla
produzione che è riuscita a rendere le chitarre non troppo gonfie e a far
sentire tutti gli strumenti senza togliere niente a nessuno, riuscendo a dare
quel suono freddo da automa che tanto si accoppia con i riff spezzettati. Forse
l’unico difetto che riesco a trovare è nel missaggio della voce, ma dopotutto
non tutti i tonni riescono col buco…
No?
Questo è il disco che i Meshuggah avrebbero dovuto comporre
dopo Destroy Erase Improve invece di perdersi nelle loro stronzate nichiliste e
boriose. Questo è il disco che qualsiasi fanatico dei primi Meshuggah ha
sognato per anni e che vorrebbe che i pallosi svedesi riproponessero. Questo è
il disco che vi dovete ascoltare senza stare ad aspettare che i Meshuggah si
ricordino come comporre un pezzo.
Ricetta del giorno:
Prendete Koloss, ponetelo nel forno preriscaldato e alzate
la temperatura al massimo. Prendete Argue, mettetelo nello stereo e alzate il
volume al massimo. Guardate Koloss sciogliersi mentre Argue vi scatena ogni
istinto primordiale di sonica mazzata.
Voto:
9 più un remo Morandi e buona navigazione!
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