Dawn Of Azazel - Sedition
E chi se ne frega di sti Dawn Of Azazel? Tanto per
cominciare non ne parla mai nessuno e poi che dischi avranno mai fatto da
meritare si tanta attenzione? I loro musicisti sono così sobri e poco
appariscenti che riuscirebbero a stare cosparsi di sangue in una gabbia di
tigri a digiuno da mesi senza essere attaccati. Vanno mica ai concertoni grossi
loro, vanno mica ai superfestival metal loro, firmano mica le tette delle fan
loro?
Eh no, però hanno tirato fuori Sedition che senza dilungarmi
troppo perché tra esattamente mezz’ora devo uscire vi dico che è un ottimo
disco.
Vi piace il death metal? Vi piace il brutal? Credete che i
The Faceless siano all’ultimo grido? Credete che i Whitechapel siano un gruppo
innovativo? Allora ecco il mio suggerimento:
Indossate la vostra maglietta preferita comprata all’ultimo
concerto dei Whitechapel, andate davanti ad un gruppo di primati, possibilmente
più grossi di Matt Heafy perché se no non c’è gusto, magari scegliete degli
enormi silverback incazzati neri ai quali i bracconieri hanno ammazzato tutti
gli esemplari femmine e quindi c’hanno due palle così piene che quando
camminano si sentono dei rintocchi di campane, poi prendete questo disco dei
Dawn Of Azazel, mettetevelo in cuffia e mentre ascoltate abbassatevi i pantaloni
dando il culo ai silverback.
Noterete che i Dawn Of Azazel propongono un ottimo misto tra
il death proposto dagli Immolation, ritmiche stortissime che potrebbero
rimandare ai Gorguts più sperimentali e qualche riffone malato alla
Suffocation/Beheaded. Il risultato è un estasi di malattia estrema, un veleno
che vi entra nelle orecchie ed infetta il vostro apparato uditivo, un suono
tagliente ed una voce che va tra il black ed il marcio che contribuisce a
creare un suono assolutamente deviato. Gli ottimi riff si sovrappongono ad una
sezione ritmica assolutamente sopra le righe che per certi versi ricorda i
Deeds Of Flesh, una batteria furiosa ed un basso che non manca di far sentire
la sua presenza. Tra i vari tecnicismi ogni tanto il gruppo si lascia andare a
qualche spacconata un po’ più “groove”, ma sempre con grande stile ed evitando
stupidi breakdown messi a cazzo di cane e tentando di stupire l’ascoltatore con
soluzioni pensate.
Non vi sto a descrivere le varie tracce, tanto mentre state
ascoltando il disco a culo nudo davanti ai Silverback tutto finirà nel giro di
mezz’ora e se siete sfortunati e sopravvivete all’ondata di violenza carnale
primitiva sono sicuro che butterete tutta la merda dei The Faceless e compagnia
bella e vi riascolterete il disco con attenzione, magari con una certa nuova e ritrovata sensibilità.
Complimenti, siete diventati degli uomini.
Voto:
9 più un po’ di vasellina
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