lunedì 3 settembre 2012

QUOQUE TU BRUTAL?



Dawn Of Azazel - Sedition
  

E chi se ne frega di sti Dawn Of Azazel? Tanto per cominciare non ne parla mai nessuno e poi che dischi avranno mai fatto da meritare si tanta attenzione? I loro musicisti sono così sobri e poco appariscenti che riuscirebbero a stare cosparsi di sangue in una gabbia di tigri a digiuno da mesi senza essere attaccati. Vanno mica ai concertoni grossi loro, vanno mica ai superfestival metal loro, firmano mica le tette delle fan loro? 

Eh no, però hanno tirato fuori Sedition che senza dilungarmi troppo perché tra esattamente mezz’ora devo uscire vi dico che è un ottimo disco.

Vi piace il death metal? Vi piace il brutal? Credete che i The Faceless siano all’ultimo grido? Credete che i Whitechapel siano un gruppo innovativo? Allora ecco il mio suggerimento:

Indossate la vostra maglietta preferita comprata all’ultimo concerto dei Whitechapel, andate davanti ad un gruppo di primati, possibilmente più grossi di Matt Heafy perché se no non c’è gusto, magari scegliete degli enormi silverback incazzati neri ai quali i bracconieri hanno ammazzato tutti gli esemplari femmine e quindi c’hanno due palle così piene che quando camminano si sentono dei rintocchi di campane, poi prendete questo disco dei Dawn Of Azazel, mettetevelo in cuffia e mentre ascoltate abbassatevi i pantaloni dando il culo ai silverback. 

Noterete che i Dawn Of Azazel propongono un ottimo misto tra il death proposto dagli Immolation, ritmiche stortissime che potrebbero rimandare ai Gorguts più sperimentali e qualche riffone malato alla Suffocation/Beheaded. Il risultato è un estasi di malattia estrema, un veleno che vi entra nelle orecchie ed infetta il vostro apparato uditivo, un suono tagliente ed una voce che va tra il black ed il marcio che contribuisce a creare un suono assolutamente deviato. Gli ottimi riff si sovrappongono ad una sezione ritmica assolutamente sopra le righe che per certi versi ricorda i Deeds Of Flesh, una batteria furiosa ed un basso che non manca di far sentire la sua presenza. Tra i vari tecnicismi ogni tanto il gruppo si lascia andare a qualche spacconata un po’ più “groove”, ma sempre con grande stile ed evitando stupidi breakdown messi a cazzo di cane e tentando di stupire l’ascoltatore con soluzioni pensate.

Non vi sto a descrivere le varie tracce, tanto mentre state ascoltando il disco a culo nudo davanti ai Silverback tutto finirà nel giro di mezz’ora e se siete sfortunati e sopravvivete all’ondata di violenza carnale primitiva sono sicuro che butterete tutta la merda dei The Faceless e compagnia bella e vi riascolterete il disco con attenzione, magari con una certa nuova e ritrovata sensibilità. 

Complimenti, siete diventati degli uomini.

Voto:

9 più un po’ di vasellina

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