Sarcophagy - The Summoning
Si, ho un debole per la vecchia scuola, non c’è niente da
fare. Lo ammetto, su alcune cose sono assolutamente arretrato, obsoleto, senile
e barboso. Chi legge il blog l’avrà ben capito che la sperimentazione mi piace
molto, ma che secondo me viene completamente disintegrata di fronte a un riff
compatto e suonato bene. Non importa se ci sia una o sette note in una battuta,
se la cosa è fatta per bene, con un ritmo cazzuto e tosto allora per me è tutto
in regola. Chissà, forse è con l’età che si cominciano ad apprezzare le cose un
po’ più antiche, più remote, più vecchie. Forse essendo noi cresciuti nel
crogiolo della civiltà tecnologica quando ancora non era all’apice di IPad,
Social Network, effetti speciali e video-games, iniziamo ad apprezzare il
vecchio rispetto al nuovo, forse perché ultimamente il nuovo sa di falso,
digitale e di poco genuino. Probabilmente invece sto solo diventando un vecchio
barbagianni rompipalle che gradisce i suoni zozzi e rozzi della old school. Non
a caso vi propongo qui i Sarcophagy, ai quali magari non dareste due lire,
spezzato il vostro interesse dal canonico nome death e dalla classica copertina
splatter (che vabbè, diciamo la verità, fa proprio cacare). Bè cari miei, mettete a bollire l’acqua, scaldate il sugo, poi
mettete su una buona pasta e a fine cottura usate l’ultimo CD dei Black Dahlia
Murder come sottopentola. Una volta che quello scempio merdacore si è sciolto
in un tripudio di plastica fusa, prendete The Summoning dei Sarcophagy ,
mettetevi quella merda ai lobi che si pianta quel cretino del cantante dei
Whitechapel in modo da aprire bene le vostre orecchie e ascoltate
bene.
Blog interattivo: scegliete il vostro destino.
Vi ricordate Effigy of the Forgotten dei Suffocation ed Erosion of Sanity dei Gorguts?
No?
Fuori da questo blog.
Si?
Continuate a leggere.
Questo, miei pugnati, è il loro figlio illegittimo, un perfetto esempio del death metal non
floridiano degli anni 90, massacro puro, riff di una potenza assolutamente
devastante e ritmi che passano dal blast al mid-tempo scarnificante, armonici
naturali come non se ne sentivano da un po’ e una voce al top per il genere, il
growl che rimane growl senza evolversi in grida da scrofa con la bronchite. A
questo aggiungeteci anche alcune parti acustiche che spezzano il devasto totale
rendendo il tutto più sinistro, assoli che vanno dal vecchio Chuck al vecchio
King, una sezione ritmica di ottima fattura con un batterista tentacolare ed un bassista che ha anche quel plettroso suono zozzo che tanto piace a noi anziani, una produzione da favola che non ha sbagliato un singolo suono ed ecco a voi un prodotto con i
controcoglioni.
E va bene, e ok, e certo: non propone niente di nuovo, niente di
sperimentale, è vecchio e brutto ed il chitarrista sembra un'orrida versione
cicciona di Harry Potter, ma chi cazzo se ne frega? Se questo mi tira fuori sti
riff per me può anche travestirsi da Catwoman durante i concerti, sarebbe un
po’ disgustoso, ma lo accetterei comunque. Se non siete ancora convinti, vi
suggerisco di ascoltarvi tracce come“Truncate the Pedophile”, “Spoiled”, la
title track , “Bloodsoaked” e porcaccia la straputtanaccia “Grisly Homicidal
Butchery” che è un cazzo di delitto perfetto fatto musica. E ok, i titoli ed i
testi sono le solite puttanate gore profonde quanto una puntata di Baywatch
Nights con David Hasseloff, ma sono sicuramente più interessanti di quelli dei
Daniel of Salvation.
E certo, e ok, e va bene: è obsoleto, è roba vecchia, già sentita, già
fatta, già proposta, già suonata, già….
Ascoltate questo cazzo di disco.
Voto:
10 più l’intera serie di Baywatch Nights su DVD
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