Atheist –
Jupiter
Come da
titolo, succede spesso che vecchi gruppi un tempo assolutamente al top di tutto
ciò che poteva riguardare il genere metallico decidano di ritornare dopo
decenni con nuovi lavori in studio e tour live. Ahimè, spesso queste reunion
danno vita a orridi rimescolamenti di quanto amato dagli ascoltatori in passato,
eseguiti da vecchi rimbambiti che non ricordano più dove attaccare il jack
della chitarra e finiscono per generare inconcludenti masse sonore senza un
perché. Francamente sono sempre stato dell’idea che se un gruppo chiude i
battenti allora basta, vuol dire che ha
già proposto tutto quello che poteva proporre, anche perché si sa che è in età
giovane che si tirano fuori le migliori composizioni, il miglior estro e tutta
la rabbia in corpo che si ha quando si tratta di musica, specialmente nel
metal, musica che proprio pacifica non la si può definire e se ne vadano a
fanculo i gruppi Happy Metal del cazzo. HAPPY METAL! Ma come si può? Sembra il nome di una ferramenta e giuro che se un giorno dovessi mai aprirne una per qualche incredibile volontà divina la chiamerò così. Happy Metal. Non me lo
sono mai spiegato, un po' come il Christian Death Metal... Cioè fatemi capire,
il Metal Cristiano della Morte? E' vero che la chiesa cattolica ne ha fatta
fuori di gente (e ne fa fuori ancora), ma veramente potete credere di prendere
sul serio un gruppo come gli Impending Doom? Che imbecilli, probabilmente si
fumano le ostie di nascosto.
Ma questo
non è un nostro problema, anche perchè gli Impending Doom sono un gruppo
orribile e noi siamo qui per parlare di ritorni di grandi: il ritorno degli
Atheist! Adesso non starò a spiegare chi sono gli Atheist, perchè se non lo
sapete e andate in giro a dire di ascoltare metal, probabilmente adesso state
indossando con fierezza la vostra maglietta dei Trivium, avete acne giovanile
anche sui denti e molto probabilmente il prolungamento del vostro braccio
consiste in un joypad della X-Box. Bruciate la maglietta dei Trivium, spegnete
quel cazzo di X-Box e incominciate ad ascoltare dischi come Elements e
Unquestionable Presence e vedrete che il vostro problema di acne sarà risolto,
ascolterete musica migliore e inizierete a farvi un idea di chi sono gli
Atheist. Poi tornate qui e continuate a leggere. I floridiani Atheist con
Jupiter hanno mostrato di non aver perso affatto lo smalto, a differenza dei
loro fratellini Cynic che sono diventati una sottospecie di gruppo emo-jazz da
soggiorno, inascoltabili e brutti. Il futuro più logico per gli Atheist,
secondo la logica dei Cynic e di altri gruppi che mischiano il metal alla
fusion, probabilmente sarebbe stato quello di diventare un gruppo di Samba o di
Bossa, invece con grande sorpresa Jupiter è un lavoro molto più metal di quanto
si ci poteva aspettare. Le tracce contengono dei riff furiosi e lasciano ben
poco spazio a intermezzi fusion o di musica latina, come nel precedente
Elements. Il lavoro in effetti ricorda molto più i fasti di Unquestionable
Presence, con melodie aggressive e tempi dispari studiatissimi ed in effetti
"Second to Sun" la traccia di apertura mette subito le cose in
chiaro, gli Atheist non sono cambiati e hanno ancora voglia di scazzottare
l'ascoltatore con le loro bizzarre melodie ed i loro tempi dispari, mettendoci
dentro anche dei mid-tempo da headbanging da non sottovalutare. La traccia
"Live and Live again" si alterna tra intricatissimi riff a velocità
urticanti e rallentamenti dove dissonanze e assoli ci avvolgono in una spirale
di piacevole delirio, così come "Fraudulent Cloth", una vera mazzata
dall'inizio alla fine che contiene non pochi elementi della vecchia scuola,
misti ai concetti più progressive del gruppo. In "Faux King Christ" invece
si sente qualche reminiscenza latina trovata in Elements, specialmente nella
sezione ritmica, la traccia poi in realtà si estende su un mega-assolazzo di
fattura elevata, segno che davvero questi tizi sono rimasti inossidabili. Si
passa a "Tortoise the Titan" dove veniamo praticamente assaliti da
repentini cambi di tempo, accellerazioni e rallentamenti improvvisi, riff death
propri della scuola floridiana, stacchi di batteria e assoli fusion su ritmi
non proprio ortodossi. Una vera furia sonora. Alla fine si chiude in bellezza
con "Third Person", la traccia più fuori di cervello del disco, qui
viene fuori tutta la voglia di complicatezze prog del gruppo che non ci lascia
un attimo di respiro cambiando le carte in tavola a ogni battuta, facendoci
assaporare in toto la bravura dei singoli musicisti e la loro capacità di
creare musica difficile senza cadere nel virtuosismo fine a se stesso, un pezzo
fantastico. Anche la produzione è ottima, la voce di Kelly Shaefer ha mantenuto
il suo timbro unico da iena urlatrice, le chitarre sono su ottimi volumi e la
sezione ritmica spacca, andando ben oltre il metal quando si tratta di ritmi
intricati.
Jupiter è
un grande ritorno, certo non propone niente di nuovo, i vecchi ascoltatori
degli Atheist troveranno sicuramente familiare sia il suono degli strumenti che
le composizioni, ma apprezzeranno indubbiamente il contenuto. Alla fine non si
può certo dire che Jupiter sia un disco innovativo, ma almeno gli Atheist non
si sono cagati la faccia proponendo qualcosa di sperimentale che poi alla fine
non lo è, magari sfociando in un prodotto noioso e alquanto inaudibile. La band
si è tenuta ferma sul suo stile, riproponendosi senza paura in un grande lavoro
che probabilmente non farà gridare al miracolo, ma che di sicuro è molto meglio
di tanta roba falso-innovativa che c'è in giro. Jupiter fa scuola, lezione di
come si dovrebbe comporre un gran disco progressive metal con personalità, un
po' come lo hanno fatto Elements e Unquestionable Presence. Decisamente una
delle migliori reunion di sempre e vaffanculo ai Black Sabbath. Speriamo in altri lavori così.
Voto:
8 più una
maglietta dei Trivium in fiamme
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