giovedì 21 giugno 2012

IL METALLO PIU DURO STA NELLA BOTTE PIU VECCHIA



Atheist – Jupiter


Come da titolo, succede spesso che vecchi gruppi un tempo assolutamente al top di tutto ciò che poteva riguardare il genere metallico decidano di ritornare dopo decenni con nuovi lavori in studio e tour live. Ahimè, spesso queste reunion danno vita a orridi rimescolamenti di quanto amato dagli ascoltatori in passato, eseguiti da vecchi rimbambiti che non ricordano più dove attaccare il jack della chitarra e finiscono per generare inconcludenti masse sonore senza un perché. Francamente sono sempre stato dell’idea che se un gruppo chiude i battenti  allora basta, vuol dire che ha già proposto tutto quello che poteva proporre, anche perché si sa che è in età giovane che si tirano fuori le migliori composizioni, il miglior estro e tutta la rabbia in corpo che si ha quando si tratta di musica, specialmente nel metal, musica che proprio pacifica non la si può definire e se ne vadano a fanculo i gruppi Happy Metal del cazzo. HAPPY METAL! Ma come si può? Sembra il nome di una ferramenta e giuro che se un giorno dovessi mai aprirne una per qualche incredibile volontà divina la chiamerò così. Happy Metal. Non me lo sono mai spiegato, un po' come il Christian Death Metal... Cioè fatemi capire, il Metal Cristiano della Morte? E' vero che la chiesa cattolica ne ha fatta fuori di gente (e ne fa fuori ancora), ma veramente potete credere di prendere sul serio un gruppo come gli Impending Doom? Che imbecilli, probabilmente si fumano le ostie di nascosto.

Ma questo non è un nostro problema, anche perchè gli Impending Doom sono un gruppo orribile e noi siamo qui per parlare di ritorni di grandi: il ritorno degli Atheist! Adesso non starò a spiegare chi sono gli Atheist, perchè se non lo sapete e andate in giro a dire di ascoltare metal, probabilmente adesso state indossando con fierezza la vostra maglietta dei Trivium, avete acne giovanile anche sui denti e molto probabilmente il prolungamento del vostro braccio consiste in un joypad della X-Box. Bruciate la maglietta dei Trivium, spegnete quel cazzo di X-Box e incominciate ad ascoltare dischi come Elements e Unquestionable Presence e vedrete che il vostro problema di acne sarà risolto, ascolterete musica migliore e inizierete a farvi un idea di chi sono gli Atheist. Poi tornate qui e continuate a leggere. I floridiani Atheist con Jupiter hanno mostrato di non aver perso affatto lo smalto, a differenza dei loro fratellini Cynic che sono diventati una sottospecie di gruppo emo-jazz da soggiorno, inascoltabili e brutti. Il futuro più logico per gli Atheist, secondo la logica dei Cynic e di altri gruppi che mischiano il metal alla fusion, probabilmente sarebbe stato quello di diventare un gruppo di Samba o di Bossa, invece con grande sorpresa Jupiter è un lavoro molto più metal di quanto si ci poteva aspettare. Le tracce contengono dei riff furiosi e lasciano ben poco spazio a intermezzi fusion o di musica latina, come nel precedente Elements. Il lavoro in effetti ricorda molto più i fasti di Unquestionable Presence, con melodie aggressive e tempi dispari studiatissimi ed in effetti "Second to Sun" la traccia di apertura mette subito le cose in chiaro, gli Atheist non sono cambiati e hanno ancora voglia di scazzottare l'ascoltatore con le loro bizzarre melodie ed i loro tempi dispari, mettendoci dentro anche dei mid-tempo da headbanging da non sottovalutare. La traccia "Live and Live again" si alterna tra intricatissimi riff a velocità urticanti e rallentamenti dove dissonanze e assoli ci avvolgono in una spirale di piacevole delirio, così come "Fraudulent Cloth", una vera mazzata dall'inizio alla fine che contiene non pochi elementi della vecchia scuola, misti ai concetti più progressive del gruppo. In "Faux King Christ" invece si sente qualche reminiscenza latina trovata in Elements, specialmente nella sezione ritmica, la traccia poi in realtà si estende su un mega-assolazzo di fattura elevata, segno che davvero questi tizi sono rimasti inossidabili. Si passa a "Tortoise the Titan" dove veniamo praticamente assaliti da repentini cambi di tempo, accellerazioni e rallentamenti improvvisi, riff death propri della scuola floridiana, stacchi di batteria e assoli fusion su ritmi non proprio ortodossi. Una vera furia sonora. Alla fine si chiude in bellezza con "Third Person", la traccia più fuori di cervello del disco, qui viene fuori tutta la voglia di complicatezze prog del gruppo che non ci lascia un attimo di respiro cambiando le carte in tavola a ogni battuta, facendoci assaporare in toto la bravura dei singoli musicisti e la loro capacità di creare musica difficile senza cadere nel virtuosismo fine a se stesso, un pezzo fantastico. Anche la produzione è ottima, la voce di Kelly Shaefer ha mantenuto il suo timbro unico da iena urlatrice, le chitarre sono su ottimi volumi e la sezione ritmica spacca, andando ben oltre il metal quando si tratta di ritmi intricati.
Jupiter è un grande ritorno, certo non propone niente di nuovo, i vecchi ascoltatori degli Atheist troveranno sicuramente familiare sia il suono degli strumenti che le composizioni, ma apprezzeranno indubbiamente il contenuto. Alla fine non si può certo dire che Jupiter sia un disco innovativo, ma almeno gli Atheist non si sono cagati la faccia proponendo qualcosa di sperimentale che poi alla fine non lo è, magari sfociando in un prodotto noioso e alquanto inaudibile. La band si è tenuta ferma sul suo stile, riproponendosi senza paura in un grande lavoro che probabilmente non farà gridare al miracolo, ma che di sicuro è molto meglio di tanta roba falso-innovativa che c'è in giro. Jupiter fa scuola, lezione di come si dovrebbe comporre un gran disco progressive metal con personalità, un po' come lo hanno fatto Elements e Unquestionable Presence. Decisamente una delle migliori reunion di sempre e vaffanculo ai Black Sabbath. Speriamo in altri lavori così. 

Voto:

8 più una maglietta dei Trivium in fiamme

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