mercoledì 9 maggio 2012

DON'T CRY FOR ME UCRYINA

Drudkh - Eternal Turn of the Wheel

http://www.myspace.com/drudkhofficial

L'est europa è sempre stato fornitore di gente solida, incazzata ed alquanto robusta. Gente metal, assolutamente, pochi sono più metal di loro, costretti a sopravvivere al freddo e a governi dalle mentalità poco accomodanti. Zuppe calde, vodka, liquori e guance rosse dove due occhi color ghiaccio si poggiano e la pesante pelliccia d'orso viene coperta di neve, riportando in qualche modo l'animale in vita, rimembrando le cacce sul bianco terreno ed il momento in cui il colpo fatale lo ha portato a diventare un tappeto o un capo di vestiario a seconda delle esigenze. Al di là delle mie orride descrizioni stereotipate che però ogni tanto è bello fare, sappiate che dall'Ucraina un po' di tempo fa è arrivato un gruppo black metal davvero valido. I Drudkh. Cosa vuol dire Drudkh? A quanto pare in sanscrito il significato di questa parola è "bosco"... Il sanscrito, ma tu guarda questi metallari quante se ne inventano per rendere unico il nome della loro band. Prima era sicuramente più facile, prendevi un qualcosa che aveva minimamente a che fare col metal ed era fatta, pensate che c'è anche stato chi ha fatto la superfurbata chiamando il suo gruppo Metallica. Adesso è un casino trovare il nome per il proprio gruppo tanto che sti poveri cristi son dovuti andare a scomodare chissà quale bibliotecario per trovargli un vocabolario di sanscrito.

Sanscrito... O San Scrito? C'è qualcuno che si chiama Scrito? Ahahah... No eh...

Vabbè. Cosa ci propongono questi Drudkh? Diciamo che possono essere tranquillamente accomunati agli americani Wolves in The Throne Room sia per alcuni temi sia per il modo di intendere il black metal. Inanzitutto questi tizi non sono ne satanisti ne filoandreottiani, la loro musica si basa sulla natura e su alcune poesie di un poeta ucraino che trovo anche inutile nominare dato che non avevo la ben più pallida idea di chi fosse, fino a due minuti fa. Musicalmente in questo Eternal Turn of The Wheel, ultimo lavoro della band, ci viene proposto un black metal molto atmosferico, che si alterna tra blast e mid tempo quasi rock con un attacco di doppia chitarra, su ottave differenti che creano un suono molto particolare. Un suono freddo, ma allo stesso tempo avvolgente che evoca paesaggi lontani coperti da brina autunnale e che è assolutamente il tema portante delle cinque tracce presenti su questo disco. La voce è un grido primordiale che trova il suo spazio nella natura austera generata dalle note degli strumenti. E' praticamente inutile descrivere le tracce perchè l'insieme compone quasi un unico pezzo, non ci sono intermezzi vocali puliti o spezzoni aucustici, il tutto segue rigorosamente il cuore pulsante della batteria e della chitarra elettrica che variano sostanzialmente su tre ritmi diversi. Pura atmosfera, niente di troppo tecnico o elevato. La poca varietà delle tracce potrebbe preoccupare, ma l'insieme dei cinque pezzi è fatto benissimo, il disco scorre fino alla fine senza un intoppo e si trascina l'ascoltatore su ogni giro melodico fino a ricoprirlo di neve sulla chiusura della traccia finale, il quale nome NON scriverò perchè come tutti quanti questi gruppi black un po' filointellettuali anche i Drudkh tendono a usare dei trafiletti da romanzo harmony per nominare i propri pezzi. Il difettuccio del disco ahimè, risiede nella batteria. Al signorino qui sembra che debba essere somministrata una buona dose di omogeneizzati in stile Robocop perchè ogni tanto i colpi sul rullante perdono colpi e tendono a diminuire di potenza. Negativo, lo capirei se ci fosse una gran tecnica dietro, ma se il tipo qui è stanco dopo un blast ed un mid tempo con delle rullate assolutamente essenziali allora vuol dire che i suoi compagni di black-merende gli devono pagare un'iscrizione in palestra. Comunque a parte i cali di zuccheri, il tizio qui comunque riesce a fare il suo lavoro, ma non vorrei proprio essere in lui durante un concerto live.
Detto questo consiglio a tutti gli amanti del black e non di ascoltare The Eternal Turn of The Wheel dei Drudkh, magari non è proprio il disco dell'estate, ma col clima che sta passando ancora si fa in tempo a prendere una bella pelliccia d'orso e gustarsi questo CD.

Voto:

8,5 più un vocabolario di sanscrito scritto in sanscrito.

P.S

Le recensioni si faranno un po' più brevi causa crisi e causa il fatto che sto cercando di essere più sintetico. Sempre vostro, Zio Sam.

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