domenica 18 marzo 2012

INTERVISTA CON I FURYU

Oh! Intervista! E' la mia prima intervista sapete? Sono troppo emozionato, insomma tutte queste domande da fare e queste risposte! Ospiti della prima intervista di questo umile blog sono i Furyu. Se vi state chiedendo chi sono i Furyu ed ascoltate il progressive metal o rock o qualsiasi altro genere, allora è molto probabile che le vostre orecchie stiano ospitando da qualche annetto un bel cerume-party al quale voi ovviamente, non essendo pezzi di cerume, non siete stati invitati. Se state ancora guardando lo schermo sporgendo il labbro inferiore in avanti come delle scimmie attaccate ad un copertone, allora vi consiglio di andare a leggervi la recensione dell'ottimo disco "Ciò che l'anima non dice" dei Furyu. Ora, buttate via le banane dal frigorifero così possiamo procedere.

Zio Sam: Cari ragassuoli, benvenuti sul mio blog, scusate il disordine, posso offrirvi qualcosa? Mi spiace, non ho niente. Ah, che cencioso che sono, perdonatemi! Vi devo fare i complimentoni per il progetto ed il primo disco, davvero un'ottima prova! Posso chiedervi l'origine del nome? Ho sempre pensato che "Furyu cavallo del west" o "Fu-ryu-ken" sarebbero stati bei nomi! Illuminatemi...

Furyu: Ahahah! Per cominciare grazie dei complimentoni! Il termine FURYU, che in giapponese moderno significa “elegante”, era usato nelle poesie del tardo periodo Heian (Giappone, 795-1185), per indicare una visione della vita aristocratica e nostalgica: letteralmente significa “vento e acqua che scorre”. Lo Zen decise di farlo suo, probabilmente per le idee di naturalezza, istantaneità e bellezza effimera che porta con sé, nonché per la caratteristica del vento di essere sentito ma non visto, quella dell’acqua di essere senza forma, tangibile eppur sfuggente.In sostanza rispecchia il nostro modo di intendere e creare musica; in totale libertà, senza curarci troppo di cosa la gente vuole sentire o cosa potrebbe "vendere" più facilmente.
Zio Sam: Devo dire che ho davvero gradito l'amalgama degli stili musicali, avete mai pensato di fondere qualcos'altro di più strambo? Non lo so, magari inserire qualche strumento a fiato nei vostri pezzi futuri?

I Furyu
Furyu: Idee e voglia di sperimentare non mancano mai, penso sia il punto di forza di questo progetto avere sempre qualcosa da dire senza sentirsi in dovere di attaccarci a idee e preconcetti già stuprati e
diffusi da milioni di altri gruppi. Sicuramente singoli e cd futuri avranno un’impronta di sample ed effetti più marcata rispetto “Ciò che l’Anima non Dice”.

Zio Sam: Come avviene la composizione di un vostro pezzo?

Furyu: Comporre non è mai facile, la parte più impegnativa è stata quella di rendere il cd il più omogeneo possibile. L’obbiettivo è sempre stato quello di avere un equilibrio perfetto tra i vari strumenti, trattandosi soprattutto il nostro di un album strumentale.
La scrittura vera e propria dei brani è divisa in due fasi principali: la prima è volta ad individuare la struttura generale del pezzo e l’intenzione che gli si vuole dare mentre, la seconda, è il lavoro in sala prove che determina tutte le sfumature ed i particolari che crediamo possano rendere unici i nostri lavori.
Alla fine non esiste il “compositore” che arriva con la canzone pronta e la propone/impone al gruppo, ci piace rispettare il nostro canone di apertura mentale e di completa libertà.

Zio Sam: Siete tutti studiosi di musica o siete autodidatti?

Furyu: Principalmente autodidatti. L’elemento della band che forse ha studiato di più con maestri vari è Riccardo Grechi (batterista) ma dati i background di ogni elemento del progetto non abbiamo avuto difficoltà nel passare da un genere all’altro all’interno dei nostri brani. Veniamo tutti da progetti di diverso stampo. Il batterista è attualmente nel progetto Lacerater (brutal death metal), in passato suonò con gli hardcorer Cruel Face of Life e ha recentemente collaborato con i Deathwork (death old school). Damiano Storelli (effettista) è all'attivo con un progetto dark ambient sotto il nome di Dim Arcana e sono innumerevoli i progetti che ha portato a termine negli anni passati. Giulio e Michele (chitarra e basso) pur suonando assieme da una decina di anni hanno gusti musicali per così dire opposti; il primo è amante della scena thrash/death mentre il secondo è quello che maggiormente segue il progressive e band quali Pain of Salvation. Ora ti sarà più chiaro come il cd presenti così tante sfumature!

Zio Sam: In quale fase siete adesso? Vi state concentrando sulla composizione o volete proporre ancora questo progetto? Immagino abbiate pensato ad un tour all'estero...

Furyu: Non ti nascondiamo che la voglia di entrare in studio è tanta quindi siamo più concentrati sulla composizione dei brani piuttosto che tour o live. Preferiamo così, come ti dicevamo le idee e le cose da dire sono ancora tante e vogliamo investire le nostre energie in questo! :)

Zio Sam: Posso chiedervi in modo curioso, con sopracciglia che si alzano e si abbassano in rapida sequenza e sorrisotto da stupido, un anticipo su qualche nuova idea per un futuro disco?

Furyu: Guarda, l’idea generale del nuovo cd sarà quella di dedicare ogni traccia ad una corrente musicale folcloristica diversa. Fonderemo al nostro stile progressive parti con sonorità e strumenti classici giapponesi, nord africani, scozzesi, sud-americani etc.. Forse la parte di “Ciò che l’Anima non Dice” che si avvicina di più a questa idea la puoi trovare in “Finalmente io Sono” durante lo stacco con bonghi e drone..parte che ci piace definire “egyptian” :)

Zio Sam: Qual è la vostra relazione con le altre band underground della scena italiana? C'è qualche gruppo in particolare con cui vi farebbe piacere suonare o con il quale vi sentite affini?

Furyu: Non possiamo non citare i nostri amici In Tormentata Quiete! La voglia di sperimentare e di fare Arte si avvicina molto in entrambi i progetti; per questo abbiamo scelto Gianni (voce pulita) come collaboratore all’interno del nostro cd! Abbiamo suonato anche assieme dalle nostre parti, gran bella esperienza! La grande fortuna -nonché grande sfiga- dell'Italia è quella di avere band davvero valide ma che purtroppo non sanno (o non vogliono) promuovere le proprie idee. il tutto viene ampliato dall'inesperienza e incapacità dei promoter stessi.

Zio Sam: Il progressive sembra quasi si stia spegnendo, ma devo dire che il vostro disco ha della grande linfa vitale da vendere. Pensate che questo genere possa rinascere?

Furyu: Una delle più grandi soddisfazioni che il nostro debut album ci ha dato è stata quella di essere stati citati più e più volte come la band che ha riportato in vita la scena progressive italiana. Abbiamo avuto anche l’onore di poter condividere una classifica americana (best prog cd 2011) con nomi quali Pain of Salvation, Opeth e Dream Theater! Per dirla tutta sono ben 4 le classifiche mondiali che ci hanno inserito tra i 10 migliori cd dell’anno scorso. Questo non può che alimentare la nostra voglia di musica e di composizione!

Zio Sam: Carissimi, vi ringrazio per la pazienza e la disponibilità e vi faccio un'ultima domanda: non vi solletica la possibilità di inserire una voce nel progetto, in futuro?

Furyu: Sì, come dicevamo all’inizio nulla ci ferma dallo sperimentare, inserire, giocare e provare nuove combinazioni per il nostro sound. Onestamente per come stanno andando le cose saranno rari gli inserti vocali..ma staremo a vedere :)
Un grazie di cuore per il tuo supporto da parte di tutti i Furyu! Ricordiamo ai lettori che il nostro cd è scaricabile grauitamente da: www.furyu.it!

Stay prog!

Ringrazio di nuovo i Furyu per l'intervista e vi rinnovo l'invito ad ascoltare questa nuova promessa

del progressive oppure, se proprio non vi va, il copertone è sempre lì attaccato all'albero di banane.

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