http://www.myspace.com/havok
Perchè non posso ascoltarmi qualche bel gruppo vibe rap come i A Tribe Called Quest o i Pharcyde? Oppure i Police di John Constantine? Oppure i Creedence o un po' di classica? Magari i Jazz Jamaica o i Kool and the G gang... Perchè? Perchè mi torturo così? E' possibile che anche nel momento delle pulizie di casa il mio cervello si muova verso il doppio pedale, il palm muting e le voci da troll che scopre di dover pagare il canone Rai?
E già, arriva il momento del giorno, della settimana, del mese o dell'anno dove purtroppo occorre fare le pulizie di casa, a meno che non si sia dei fan di film come "Piccole piattole crescono" o dei quadri di Scaravaggio.
Ammetto di non essere l'individuo più ordinato della terra, probabilmente potrei tranquillamente fare dei video su come tenere la casa nel massimo disordine possibile, con istruzioni del tipo:
"Avete appena fatto il bucato, ma quello di quattro mesi fa è ancora sullo stendino? Amici miei, la soluzione è semplice, prendete i vestiti sullo stendino e buttateli sul letto, poi quando vi serve il letto, li spostate sul divano e così via. Adesso potete tranquillamente stendere il bucato appena fatto. Facile e semplice."
Ovviamente non sarebbe l'unico consiglio che potrei dare su come tenere la casa più in disordine del cervello di Devin Townsend, ma purtroppo anche io sono costretto ad armarmi di scopa, paletta e vestito da cacciatore olandese stile Jumanji per dare una lezione alle pantere di polvere che si aquattano dietro e sotto i mobili, in attesa di una facile preda.
Questo rito casalingo, quest'obbligo all'interno della nostre intime mura, questo ancestrale bisogno di pulito e di freschezza, questo loop che si ripete all'infinito, questa scala di Escher che non fa altro che farci tornare al punto di partenza a volte viene accompagnato con della musica. I più preferiscono qualcosa di rilassante o di movimentato così da accompagnare con armonia zen il vilediano movimento bacino bracciale.
Ora, invece di chiederci cosa s'ascolta il metallaro medio o cosa mi sono ascoltato io oggi mentre NON facevo le pulizie, facciamo una cosa ancora più antipatica: facciamo finta di essere in un mondo utopico dove il metal è alla base della vita sulla terra e di conseguenza è anche la musica commerciale che anche la casalinga ascolta, facciamo finta che ad X-Factor invece di Facchinetti ci sia Ozzy Osborne, che per Dio e Dimebag avessero fatto i funerali di stato, che la musica da discoteca sia il power metal e che i politici in parlamento poghino al ritmo di un pezzo dei Dying Fetus invece di discutere delle sorti del paese (anche se forse, a parte i Dying Fetus, il pogo in parlamento ogni tanto parte anche nella realtà). Sarebbe un po' il mondo come lo vorrebbe la Famiglia Addams (schiocco di dita a tempo), solo che con tanto di quel metallo che i metalmeccanici di questo universo parallelo sono tutti disoccupati.
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Tipica giovane famiglia metallara degli anni 50. |
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Satriani è il testimonial del Master of Lindo. |
Ora, prendiamo questa orrenda utopia e trasponiamola in una famiglia italiana (paese che ovviamente viene spesso definito come lo Stivale Borchiato d'europa): è una brutta e soleggiata fraujadags (domenica), in una casa arredata con mobili gotici e reliquie di Cthuluh e Yog Sototh, dopo aver mangiato una squisita testa di pipistrello con tortellini di Giovanni Ragnarok la famiglia si alza dalla tavola e si divide. Il figlio più grande, sotto lo sguardo ammonitore degli occhi rettiliani del padre e della madre, si ritira in camera sua a studiare per il difficilissimo esame di Diritto della Blasfemia I (tenuto dal terribile prof. Benton), la figlia più piccola invece, sdraiata sul tappeto in pelle umana, inizia a giocare ed imparare col suo Parolacciere (con la voce di Phil Anselmo) mentre il papà seduto sul nuovo comodissimo divano d'ossa si guarda il campionato di calcio in faccia e le eventuali notizie di mercato (sembra che il campionato Koreano sia il più bello del mondo, in questo universo). La mamma invece, visto il totale disordine ed approfittandone della distrazione dell'unico neurone del marito, ne approfitta per dare una bella ramazzata a tutta la casa. Armata di scopa borchiata, di Master of Lindo e di acido di bile umana, la cara mamma è pronta per il classico rito della fraujadags (domenica) che ogni tanto vorrebbe che facesse anche il papà. Questa signora moderna, mentre pulisce casa gradisce ascoltare un po' di musica, ma non è una intenditrice, purtroppo non riesce proprio a capire quel rumoraccio che fanno Lady Gaga o Rhianna, e quei gruppi underground tipo i Vibrazione o i Pooh che si ascolta il figlio sono roba da giovani e quindi presa la sua chiavetta e ficcatasi le cuffie nelle orecchie, la mammina inizia ad ascoltare il nuovo gruppo vincitore dell'edizione annuale di Nemici: gli Havok.
E ragazzi che pulizie! Gli Havok sono gli idoli del momento, prossimi probabili candidati al trono di spade del festival di Sanremo e già testimonial di diversi capi d'abbigliamento giovanile e non a caso fanno dell'ottimo thrash metal. Ora, a differenza del mondo reale dove il termine thrash vuol dire "percuotere" e trash vuol dire "spazzatura", nell'utopico mondo metalloso questo termine può essere tradotto in tutti e due i modi, quale migliore musica quindi, per fare le pulizie di casa? E cosi la cara mammina metallara, mentre da una testata al marito per fargli alzare le gambe dal pavimento ed un calcione alla figlia per farla andare in cameretta a giocare, fa un sorrisino e si gode la velocità anabolizzante degli Havok.
Chiudendo con le solite cazzate ed iniziando a dirne altre tra sprazzi di falsa serietà recensionistica, gli Havok sono a mio modestissimo parere, l'unico gruppo thrash degno di nota degli ultimi tempi. Quando si dice Thrash metal non si intendono i nuovi gruppi metalcore melodico americani come i pluriosannati Trivium. Proprio per niente. Il thrash è quel zozzo suono che sa di legno marcio, quella pressante batteria in quattro quarti con rullate minimali e quella voce gridata dal fondo di parecchie pinte. Il Thrash sono i Metallica di Kill'em All, i Tankard, gli Annihilator di Alice in Hell, i primi Kreator, gli Slayer, i Megadeth di quando Mustaine, ahimè, poteva tranquillamente essere esposto nel banco dei formaggi per quanto s'era bucato, quello dei Testament e di tanti altri gruppi che nei mitici anni 80 ruggivano per la gioventù ribelle e scassona, ma che ora purtroppo o si sono ridotti a manichini senza vita comandati da burattinai in camicia e cravatta, o si sono fatti troppo vecchi per scrivere buona musica o semplicemente, guardandosi allo specchio e vedendo l'adulto che non si è mai voluti essere, si sono svenduti, perchè coi denti pieni di metallo e con l'anima di fuoco è bello vivere, ma se non si guadagna non si mangia e pure se si mangia, coi denti di metallo è dura masticare. Triste realtà che probabilmente gli americani Havok conoscono bene, ma dalla quale non si sono fatti intimorire, sbattendoci in faccia Time is Up, un disco Thrash di incredibile potenza ed impatto. Il disco in questione raccoglie praticamente quasi tutti i concetti del periodo d'oro del metal più tosto e li amalgama con grande personalità e capacità tecnica. Basta sentire Prepare to attack che fa subito capire all'ascoltatore che qui non si scherza, qui le melodie svedoamericane sono solo un lontano ricordo che durante riff che si rifanno alle migliori chitarre biforcute degli anni 80, lascia spazio alla carica trascinante di un ritornello con coretto tipicamente punk che ci riporta indietro nel tempo. I cari Havok continuano con Fatal Intervention con un riff di intro che potrebbe quasi essere paragonato ad un gruppo death tecnico dei tempi e con la Slayeriana No Amnesty dove il chitarrista smitraglia un notevole assolo da ascia bipenne. In Killing Tendencies si lanciano in un mid tempo la quale è meglio non ascoltare mentre la propria ragazza sta proponendo un pomeriggio all'Ikea, perchè non si farebbe altro che annuire in preda al ritmo trascinante del pezzo. Ho qui menzionato alcune delle tracce che mi sono rimaste più impresse, ma vi assicuro che le altre non sono da meno e ci conducono fino alla chiusura del disco con la Title Track che è una gran mazzata e mia preferita del toto, pura vecchia scuola da pogo incazzato, labbra rotte, lividi e sorriso beota da dopo sbronza con gli amici. Niente intermezzi melodici, niente arpeggini in minore e sopratutto niente cantati puliti, qui si parla di un cantato più raschioso di una forchetta che stride sulla pentola vuota, che si unisce a grida corali in stile punk fatte dal resto della band. Scordatevi le power ballads o pezzi aucustici, i riff precisissimi non si staccano mai da un distorto suonato e prodotto divinamente che ne evidenzia il suono cattivo e tagliente che riesce a catturare la potenza dei riff in palm mutting, gli accordi aperti ed anche le note più alte. Gli assoli sono una delizia, riescono ad essere moderni e tecnici senza stridere con il contesto puramente old school del resto del disco, riuscendo ad essere allo stesso tempo sia marci come quelli di King, che tecnici come quelli di Waters. Il basso e la batteria sono puro ritmo thrash, senza fronzoli o abbellimenti, spaccano il beat in ogni battuta e sono probabilmente una delle migliori sezioni ritmiche che ho ascoltato ultimamente.
Devo anche inchinarmi di fronte alla produzione del disco, che riesce a far suonare bene ogni strumento, senza lasciare indietro la voce o il basso come di solito avviene e riuscendo a dare il giusto spazio ad ogni suono di batteria o di chitarra e che mi ha fatto immaginare qualcuno che corre come un pazzo su una strada mentre gli vanno a fuoco i piedi, lasciandosi alle spalle una traccia di fiamme stile Road Runner. Ovviamente il tipo grida, perchè cazzo, i piedi in fiamme fanno male.
Mi sento di consigliare questo disco a tutti, sia agli aficionados della vecchia scuola, sia ai nuovi ragassuoli che probabilmente adesso stanno cercando maniacalmente l'ultimo gruppo Dosso Metal (vedere recensione dei Tesseract se curiosi). Certo, questi ultimi probabilmente storceranno il naso nel sentire dei riff un po' datati, ma sono sicuro che piano piano il disco piacerà anche a loro dato che comunque la tecnica e la pulizia esecutiva degli Havok è davvero notevole e bisogna praticamente essere privi del collo (non offendetevi persone prive di collo) per non lanciarsi in un headbanging kabukiano. Allora non esitate oltre miei pugnati! Procuratevi questo disco, sia se vivete in un'universo parallelo dove gli Havok sono gli indiscussi idoli di tutte le trasmissioni para-musicali del momento o nel nostro, dove gli Havok sono una band thrash sconosciuta ai più, con due coglioni così grossi che per svuotarli ci vorrebbe un anno di convivenza con la Fenech (scusatemi per la volgarità, ma ormai l'ho scritto e non mi va di cancellarlo per pigrizia e poi volevo restare in tema old school) e con più voglia di spaccare tutto di un ubriaco armato di mazza da baseball ad una mostra di vasi Ming.
Purtroppo non posso dare un 9 o un 10 al prodotto perchè in fin dei conti è un disco dai concetti un po' datati e... Ehi, ma chi cazzo se ne frega? E' un disco della madonna!
Voto:
9 più un flacone di Master of Lindo.
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