lunedì 11 febbraio 2013

L’ANTICA ROMA E L’ANTICA LAZIO



Ex Deo – Caligula 

Maurizio Iacono è il cantante death più scarso della storia, ma ha un talento: riesce a STONARE durante i pezzi, una cosa davvero difficile visto il genere. 

Detto questo, passiamo ad analizzare questo Caligula degli Ex Deo, o Caligvla a secondo di quanto vi piacciano i Behemoth:

Questo side-project degli ormai scontati, scaduti e alquanto pedanti Kataklysm parte con le premesse più ridicole: tutti i musicisti ospiti del progetto a quanto pare hanno origini “latine”, si vestono come la peggiore delle comparse della serie TV Spartacus e fanno un death melodico usando come tema le brutalità dell’antica Roma.

Oh, mai che si parlasse di un Catullo o di un Cicerone o di un cazzutissimo Seneca, secondo me per il metallaro medio il passato dell’Impero Romano si può ridurre a ciò che hanno visto nel Gladiatore. Ma d’altronde chi cazzo se n’è mai fregato un cazzo di Cicerone? Mi addormentavo in classe durante la traduzione delle Catilinarie e quando Marco Antonio lo ha fatto decapitare ho esultato davanti alla mia prof che da quel momento in poi mi ha interrogato tutti i santissimi giorni su tutte le strasacrosantissime declinazioni di merda.

Rosa... Rosae... Non mi ricordo un cazzum... Merdae!

Fortunatamente il disco degli Ex Deo è un concept album sul folle Caligola, si quello che gli piaceva fare le orge con gli animali e giocare a palla avvelenata con le teste dei suoi nemici politici. Una brava personcina, come quasi tutti gli imperatori dell’antica Roma, viene da chiedersi se questo lungo ciclo di intrighi politici non si sia protratto fino a noi italiani moderni.

Il primo difetto del CD è ovviamente la voce di Iacono, fuori tono, debole e alquanto fastidiosa, l’unica cosa buona è che si capisce quello che dice, ma questo direi che è ovvio essendo praticamente OVUNQUE. Questa ridicola voce narrante penalizza molto l’atmosfera epica che invece dovrebbe creare e quindi il caro Maurizio lo si butta nell’arena con i leoni e pollice verso.
Il resto del lavoro si attesta su un death melodico in mid-tempo con inserti orchestrali fatti neanche troppo bene che mi hanno ricordato i ben più capaci Hollenthon e Septic Flesh

Le parti migliori sono quelle dove Iacono sta zitto, perchè alla fine le chitarre non fanno assolutamente un lavoro malvagio. Per quanto scontate, le parti strumentali non sono spiacevoli e riescono a convincere specialmente nelle tracce “Cliff of Tiberus” e in “Teutoburg”, riuscendo comunque a incastrare bene i riff il più delle volte, il problema è che vengono praticamente sgambettate dagli strumenti d’orchestra. Queste parti sinfoniche sono ovunque e sono dosate malissimo, più che fare bene azzoppano praticamente tutto e invadono in modo indecoroso l’intera produzione. Sono la classica lama a doppio taglio: senza di loro i pezzi non avrebbero NULLA di epico e quindi servono a mascherare una certa incapacità artistica degli Ex Deo, d’altra parte sono invadenti e anche piuttosto noiose.

Continuando a fustigare la band, ci sono ridicole soluzioni come in “Divide et Impera  dove una voce femminile stridulissima si occupa di uno stupidissimo ritornello che se facevano un featuring con Rhianna forse veniva meglio. Altre tracce passano completamente inosservate, anche perchè dopo una buona mezz’ora la voce di Iacono e tutti sti strumenti messi insieme porteranno la vostra attenzione ai piccioni intenti a scagazzare comodamente appollaiati sul vostro balcone. 

Questi Ex Deo non vanno oltre ciò che vogliono fare: un death scontato e sensazionalista che probabilmente piacerà tantissimo gli ascoltatori più accomodanti, ma che rimane comunque sotto la sufficienza... 

Non che ci si possa aspettare di più da un progetto fatto dai Kataklysm.

Voto:

5 più la testa di Cicerone

Nessun commento:

Posta un commento